Laporta dichiara guerra a City e PSG. Il presidente del Barcellona è stato terribilmente sincero e non ha usato mezzi termini.
Il solco tra i club che vogliono la Superlega, Barça, Real Madrid e Juventus, e quelli fedeli alla Uefa è tracciato.
E, ai microfoni di Tve, la tv spagnola, il presidente blaugrana ha fatto i nomi di questi ultimi.
Laporta dichiara guerra a City e PSG
Con Florentino Perez ne parliamo perché facciamo parte della Superlega, un progetto che va avanti e che è necessario per salvare il calcio europeo, senza per questo far morire i campionati nazionali
Noi non abbiamo alcun interesse a compromettere l’importanza dei campionati nazionali che restano fondamentali, dobbiamo trovare il modo giusto per far convivere i due sistemi. La Superlega sarà la competizione più attraente del mondo, servirà a garantire sostenibilità al calcio europeo che non può restare nelle mani di stati che non fanno parte dell’Unione Europea. Bisogna tener conto della storia di club come Barça, Real o Juventus, ma su questo vediamo poca collaborazione dall’Uefa, mentre City e Psg sono diventate macchine da soldi. Non siamo soltanto in tre club a fare questi ragionamenti, ci sono tante altre società che ci sostengono
Riflessioni
Le dichiarazioni di Laporta sono tutt’altro che banali. Innanzitutto il numero uno blaugrana ha fatto luce su alcuni punti fondamentali: la Superlega non è morta e non vuole la sparizione dei campionati nazionali.
Interessante poi il passaggio dove cita i membri dell’Unione Europea. Segno, in primis, che la collaborazione politico sportiva nel Vecchio Continente è stretta e salda; ma in secundis Laporta ha voluto anche sottolineare il pericolo portato da capitali esteri. Provenienti, in particolar modo, da stati che non rispettano i diritti umani e non applicano la democrazia.
Il riferimento a City e PSG era evidente ma (per fortuna) il presidente blaugrana non ha voluto rischiare fraintendimenti, facendone proprio i nomi. Guarda caso, i Citizens e i parigini sono i club più fedeli alla UEFA e quelli che vogliono mantenere lo status quo.
Una situazione cioè dove i due club possono continuare a razziare i club più piccoli sul mercato, senza freni e senza controllo, in barba a qualsiasi fair play finanziario.
Ma questo è il calcio che piace tanto al popolo …
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